Buone abitudini , Alimentazione

Patate? Meglio pelate o fritte

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come mangiare le patate
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Le patate fanno parte della famiglia delle solanacee e si caratterizzano per la presenza di glicoalcaloidi. Queste sostanze possono essere causa di intossicazioni se assunte in grande quantità. Bastano però piccole accortezze per non correre rischi.

Amate da grandi e piccini, le patate sono degli alimenti ricchissimi di proprietà benefiche per l’organismo grazie alle numerose sostanze in esse contenute. Si tratta soprattutto di: glicidi (amido); proteine che, anche se in piccole quantità, sono di alto valore biologico, in quanto contengono aminoacidi essenziali; sali minerali quali potassio, ma anche calcio, ferro, sodio e fosforo. Consigliate soprattutto a cena per il loro effetto rilassante sul sistema nervoso che può aiutare le persone che soffrono di insonnia a ottenere una migliore qualità del sonno.

Non sempre le patate fanno bene

L’EFSA, l’Autorità per la Sicurezza Alimentare, ha fornito utili consigli per mangiare le patate: meglio togliere la buccia se vogliamo evitare l’intossicazione da glicoalcaloidi.
È innegabile che le patate con la buccia, fatte alla brace, sul barbecue o al forno siano buonissime. Solo che possono diventare un rischio per la nostra salute.

Perchè i glicoalcaloidi possono essere pericolosi

Le piante appartenenti alle Solanacee, come patate, pomodori e melanzane, sono ricche di glicoalcaloidi, composti che possono provocare una vera e propria intossicazione.
Secondo gli esperti dell'Authority con sede a Parma il problema è maggiore nei neonati e bambini piccoli, mentre per gli adulti sussiste solamente in chi ne consuma in gran quantità.
L'avvelenamento da glicoalcaloidi può causare sintomi gastrointestinali acuti, come nausea, vomito e diarrea.

Come fare per non stare male?

Per evitare effetti indesiderati, dopo aver osservato un livello minimo di effetti avversi di 1 milligrammo per chilogrammo di peso corporeo al giorno, Efsa ricorda che sbucciare, bollire e friggere possono ridurre il contenuto di glicoalcaloidi nel cibo.
Ad esempio, pelare le patate può ridurne il contenuto tra il 25% e il 75%, bollire in acqua tra il 5% e il 65% e friggerle in olio tra il 20% e il 90%. In questo quadro torna utile anche la pratica di evitare il consumo di patate con germogli o con parti verdi dove si concentrano glicoalcaloidi come la solanina o la chaconina, nocive se ingerite in eccessive quantità.

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