Cibi e proprietà

Le proprietà del riso selvatico

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riso selvatico
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Conosciuto anche come riso selvaggio o avena dell’acqua, questo particolare tipo di cereale è apprezzato particolarmente nell’America del Nord.

Visivamente è molto diverso rispetto al riso classico, ha una forma molto più allungata, con chicchi mediamente di un centimetro. Contiene più proteine rispetto alla sua controparte tradizionale, assieme a valori più elevati di fibre.
In realtà non si tratta di un vero e proprio riso, ma per certi versi è più simile al grano. La pianta da cui viene ricavato è la Zizania aquatica, che è finita anche tra le parabole della Bibbia, dove ha dato origine al detto “seminare zizania”.
Possiede grandi quantità di minerali, vitamine, proteine e antiossidanti molto superiori al comune riso bianco e quindi fornisce numerosi benefici per la salute.

Le origini del riso selvatico

Il riso selvatico viene raccolto da una pianta semi-acquatica che cresce sulle sponde di laghi, fiumi e baie. È originario dei Grandi Laghi superiori degli Stati Uniti e del Canada. Ci sono altre due varietà di riso selvatico: la Zizania texana, coltivata in Texas, e la Zizania latifolia, una varietà che si trova in Asia. Oggi i suoi maggiori produttori sono il Minnesota e la California.

Ma quali sono le origini di questo alimento?
Venne scoperto dagli indiani nativi d’America che, quando si accorsero che le anatre mangiavano i semi della Zizania acquatica, immaginarono furono commestibili anche per gli esseri umani. Presto divenne un cibo sacro.
Il riso selvatico veniva raccolto manualmente a bordo di canoe alimentate solo da lunghi pali. Attraverso l’utilizzo di bastoncini, i semi maturi erano battuti sul fondo delle barche.
Oggi i metodi di coltura del riso selvatico sono rimasti invariati. Per volontà dello Stato canadese, il riso selvatico viene raccolto come un tempo, in maniera del tutto artigianale attraverso l’uso di canoe. Si è dunque preservato il carattere “biologico” di questo alimento, senza snaturarlo con l’introduzione di metodi di coltura intensiva.
Si dividono le spighe in fasci e, piegandolo, si tirano verso l’interno dell’imbarcazione dove si battono con un bastone facendo cadere i chicchi direttamente nella canoa. Durante questa operazione si fa in modo che alcuni chicchi ricadano nel terreno, per favorire una sorta di risemina. Una volta raccolti, i chicchi sono ancora impregnati d’acqua, per cui si fanno scaldare al fuoco a legna, acquistando il suo caratteristico aroma e la colorazione scura. A questo punto il riso selvatico non necessita né di brillatura né di mondatura e può essere commercializzato.

Il riso selvatico in cucina

Dal momento che è un “chicco” difficile da produrre, è spesso più costoso di molti altri cereali. Tuttavia, i produttori cercano di mantenere basso il prezzo mescolandolo con riso bianco e riso integrale.
Rimase semi sconosciuto alla gastronomia occidentale fino a quasi un secolo fa, quando cominciò ad essere riscoperto proprio negli Stati Uniti.
Sul fronte del sapore il riso selvatico risulta molto interessante, ricorda particolarmente quello delle castagne.

  • Cottura 
    Cucinarlo non è difficile. Il problema maggiore? Per godersi un buon piatto occorre un lunghissimo tempo di cottura, anche 40-60 minuti, che si riducono a 20 nel caso si impieghi una pentola a pressione. Può essere usato per preparare ottime insalate di riso e anche i popcorn, basta scaldarlo con un po’ d’olio in una pentola, agitandola fino a quando non scoppieranno i chicchi.
  • Conservazione 
    Poiché è a basso contenuto di grassi, se crudo può essere conservato per un tempo indefinito in un contenitore asciutto ed ermetico. Il riso selvatico cotto, drenato e ben coperto può essere riposto in frigorifero per un massimo di una settimana e nel congelatore per un massimo di sei mesi.

Ottimo per la salute

Il riso selvatico è leggermente più ricco di proteine rispetto alla maggior parte dei cereali integrali ed è una buona fonte di fibre, acido folico, magnesio e un gran numero di altri nutrienti. Come il riso nero, è migliore per la dieta e salute generale della maggior parte dei cereali che sono ricchi di carboidrati raffinati. Questo alimento è, inoltre, naturalmente privo di glutine, il che lo rende un’ottima scelta per chi soffre di intolleranza al glutine o è affetto da celiachia.

  • Grazie all’elevato contenuto di fibre, il riso selvatico contribuisce ad eliminare il colesterolo cattivo, aiutando a ridurre il rischio di sviluppare l'aterosclerosi.
  • È ricco di acido folico, utile in gravidanza. La deficienza di folati è stata segnalata come una delle carenze più comuni e può causare gravi patologie, come anemia, incidenza e recidiva di difetti alla nascita del midollo spinale e del cervello.
  • Buono il contenuto di fosforo, noto per contribuire ad eliminare debolezza delle ossa e ridurre il rischio di fratture.
  • Sempre grazie al ricco contenuto di fibre e nutrienti, è un grande alleato per chi sta seguendo una dieta per la perdita di peso e per chi soffre di problemi digestivi.
  • Il riso selvatico contiene magnesio che aiuta a prevenire l’affaticamento, non solo dalle attività quotidiane, ma anche durante l’esercizio fisico.
  • Dato che è molto ricco di antiossidanti capaci di neutralizzare i radicali liberi, questo alimento può aiutare a ridurre i segni del tempo come le rughe e le macchie d’età.

L’attività antiossidante dell’estratto di metanolo del riso selvatico è stata studiata in una ricerca pubblicata sul Journal of Agricultural and Food Chemistry insieme alla rivista Food Chemistry ed è risultata fino a 10 volte superiore a quella del riso bianco, rendendolo un ottimo cibo per contrastare i danni da radicali liberi.
I risultati hanno mostrato che il riso selvatico è ricco di acido fenolico seguito dall’acido sinapico, un fitonutriente presente in natura. Gli acidi fenolici si trovano nelle piante e dal momento che il riso selvatico è considerato un’erba, si posiziona in questa categoria, svolgendo un ruolo protettivo contro malattie come la cardiopatia ischemica, ictus e tumori, tra le altre malattie croniche.

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