Alimentazione

Dieta del DNA, una vecchia dieta venduta come novità. Se si vuole dimagrire, per ora, non è la soluzione.

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Non basta un’analisi genetica per capire quali sono i cibi giusti per noi. La risposta dipende, oltre che dai geni, anche da altri fattori, come il microbioma.

La dieta del DNA, una moda che va e viene

La dieta del DNA, ormai in circolazione da una decina di anni, periodicamente viene rimessa in discussione parlandone come se fosse l’ultima novità nel campo del dimagrimento.

Si tratterebbe di una dieta basta sul test del Dna dal quale sarebbe possibile valutare il metodo ideale per dimagrire. Basterebbe prelevare della saliva, inviarla ad un laboratorio pet l’analisi del DNA da cui poi si dovrebbe essere in grado di individuare una dieta che tenga conto di diverse caratteristiche personali, come le capacità di metabolizzare gli zuccheri e i grassi, piuttosto che le intolleranze alimentari.

Certamente così descritta sembrerebbe un metodo all’avanguardia, ma la verità è che la parola DNA in molti casi viene usata per proporre sedicenti soluzioni e facendole apparire come sensazionali mentre, purtroppo, il tutto si riduce poi all'applicazione di vecchi concetti a cui dare un nuovo vestito.

Oltretutto la dieta del Dna viene spesso messa in discussione circa

  • la qualità dei test genetici eseguiti che spesso non rispettano criteri scientificamente provati,
  • inoltre, gli stessi potrebbero essere effettuati da persone non sufficientemente competenti, senza considerare il fatto che la successiva lettura dei test è assai complessa e passibile di diverse interpretazioni.

Un altro aspetto critico riguarda la possibilità di mettere a confronto differenti diete del Dna. Infatti, sono tanti i geni implicati nel metabolismo cellulare (diverse centinaia) mentre i test sul DNA vanno a “mappare” solo alcuni di questi e spesso, a seconda della dieta, vengono analizzati geni diversi rendendole così non confrontabili.

Alcuni studi invitano tutti a valutare la dieta del DNA in modo più critico

Come Centro Ricerche siamo ovviamente aperti a qualsiasi nuova ma soprattutto concreta innovazione.
È il nostro compito studiare e analizzare tutte le nuove conoscenze nel campo della nutrizione, quindi se la ricerca evidenziasse una sana e sicura “pillola” per restare magri per sempre pensate che non ne terremo conto?

Al momento le diete genetiche sono ancora troppo sopravalutate e la loro efficacia non è ancora del tutto dimostrabile.

Non basta sapere quello che c’è scritto nel gene per sapere cosa succederà nella realtà. Infatti i geni servono per sintetizzare le proteine e quindi per produrre enzimi. Poi però quanto e come lavoreranno questi enzimi dipende da altri fattori non controllati dal DNA. I meccanismi di regolazioni enzimatica sono post-trascrizinali e post-traduzionali, quindi non conoscibili attraverso la sola analisi del DNA.

Quello che è stato messo in risalto da un recente studio è che non è sufficiente un qualsiasi test genetico per riuscire a capire quale sia la dieta dimagrante più efficace.

Lo studio

Lo studio preso in considerazione, pubblicato su Jama (Journal of American Medical Association), è stato condotto negli Usa alla Stanford University in collaborazione con altri centri di ricerca e l’analisi ha interessato 600 adulti in sovrappeso o obesi (tra i 18 e i 50 anni).

Principale scopo di questo studio è stato quello di verificare se la presenza di alcune variazioni genetiche potesse predire il maggior successo con una dieta piuttosto che l'altra. Inoltre tramite questo studio si voluto confrontare gli effetti di una dieta a basso contenuto di carboidrati con una a basso contenuto di grassi.

Un’altra finalità dello studio è stata quella di valutare se l'efficacia di un certo tipo di dieta potesse dipendere anche dal livello basale di insulina, l’ormone fondamentale per il metabolismo del glucosio.

Cosa è accaduto?

I partecipanti sono stati divisi in due gruppi.
Entrambi i gruppi durante i frequenti incontri sono stati incoraggiati con opportune strategie comportamentali a modificare le loro scelte alimentari.
I partecipanti del primo gruppo hanno dovuto modificare le loro abitudini alimentari riducendo i cibi ricchi di grassi, quelli del secondo hanno invece ridotto i carboidrati.
A tutti i partecipanti allo studio è stato anche chiesto di privilegiare alimenti «naturali» o solo minimante «processati», di prestare attenzione alla qualità di quello che mangiavano, di migliorare il rapporto con il cibo e di avere in generale uno stile di vita più sano.

I risultati

A distanza di un anno dall'inizio dello studio, non si sono osservate differenze significative nella perdita di peso fra i due gruppi (meno 5,3 chilogrammi, nella dieta a basso contenuto di grassi; meno 6 chili, in quella a basso contenuto di carboidrati), anche se i risultati variavano moltissimo da un individuo rispetto a un altro.
Nonostante non fosse stato imposto un limite massimo di calorie da assumere, si è riscontrato che i partecipanti avevano introdotto, in media, 500 chilocalorie in meno al giorno.

Riguardo alle varianti genetiche studiate, non si sono osservate interazioni fra un particolare genotipo e la dieta; e non si sono osservate interazioni neppure fra i livelli di insulina e la dieta.

Conclusioni

Nonostante la grande variabilità nel dimagrimento tra i partecipanti allo studio, contrariamente alle ipotesi iniziali di studio, si è notato che la perdita di peso avvenuta non aveva quasi nulla a che fare con il modello genetico della singola persona e neppure con la dieta che aveva seguito.

Il nostro pensiero

Al fine di non cadere in tentazione di false promesse indotte da nomi a primo impatto affascinanti (come la Dieta del DNA) desideriamo far capire che fino ad oggi, in base ai nostri studi e a quanto la ricerca mondiale ci ha permesso di conoscere, il Programma Bioimis è da considerarsi il migliore risultato ottenibile, non sono nell'ambito della perdita di peso ma soprattutto in termini di salute e qualità della vita.
Come è giusto sempre precisare è il Coaching continuo, i controlli tramite esami ematochimici e il rapporto diretto con Professionisti come medici e biologi nutrizionisti a essere l'unica garanzia per l'ottenimento di risultati da preservare nel tempo.
È ovvio che come in qualsiasi cambiamento, è necessario superare l'unica resistenza che l'essere umano fatica ad abbattere se non ha un obiettivo chiaro e tanta voglia di mettere in discussione… La resistenza al Cambiamento


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