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Gravidanza e allattamento? Ecco le erbe da evitare!

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I rimedi naturali sono utili anche in gravidanza e allattamento, ma bisogna sapere quali evitare per salvaguardare il benessere del bambino.

Il periodo di gravidanza e di allattamento è un momento speciale nella vita della donna, che per tutelare se stessa e il proprio bambino deve stare molto attenta a ciò che assume per non incorrere in pericoli. Infatti, molti farmaci e piante hanno principi attivi che passano dal corpo della madre al bambino attraverso la placenta e possono disturbare lo sviluppo o causare problemi al nascituro.

Anche durante l’allattamento le sostanze assunte dalla madre, pur se naturali, possono passare nel latte, pertanto bisogna prestare attenzione anche in questo particolare momento, evitando piante ed erbe potenzialmente dannose.

L'elenco del Ministero della Salute

I rimedi naturali sono utili e ottimi alleati contro i comuni disturbi in gravidanza e allattamento ma devono essere ben selezionati. Il Ministero della Salute ha stilato un elenco di piante ed erbe che sono da evitarsi in gravidanza e in allattamento. In queste piante sono stati riscontrati effetti dannosi, pericolosi o soltanto non consigliabili.
Evitare l'assunzione di farmaci e rimedi naturali durante il primo trimestre.
Il momento più a rischio rimane sempre il primo trimestre di gravidanza dove è consigliato evitare qualsiasi rimedio, sia farmaceutico che naturale per non interferire in alcun modo con lo sviluppo del feto, poiché il rischio è l’influenza di sostanze che possono portare a malformazioni o danneggiare le funzioni fisiologiche del nascituro. Superato il primo trimestre, se insorgono dei disturbi, come per esempio l'insonnia, è bene utilizzare le erbe per brevi periodi e sempre sotto controllo medico.

No alle piante con azione lassativa, come rabarbaro e aloe

La stitichezza è uno dei malesseri tipici in gravidanza perché il bambino che cresce nella pancia comprime l'intestino della mamma, rendendo più difficile lo svuotamento delle feci. Di solito si ricorre a rimedi naturali come lassativi e purganti, ma in gravidanza sono da considerarsi pericolosi perché possono provocare contrazioni e spasmi che potrebbero portare ad un aborto o ad un anticipo della nascita.
Tra le erbe da evitare, quindi, vi sono frangula, rabarbaro, senna, cascara e aloe. Quest'ultima in particolare contiene aloina, principio attivo ad azione lassativa purgante, anche se è possibile usarla sotto forma di preparazioni in gel di aloe vera, dove questa sostanza viene rimossa.

Il ginseng e l'iperico sono dannosi per il feto

Altre piante da evitare sono l’artiglio del diavolo, l’iperico, il salice, il ginko, il ginseng, il fucus, il partenio e l’uncaria: alcune di queste provocano una stimolazione di contrazioni uterine, altre invece sono fluidificanti del sangue o servono al dimagrimento, sconsigliate poiché la madre deve aumentare di peso. In particolare, l'artiglio del diavolo, pianta dalle proprietà antinfiammatorie, non deve essere utilizzato in gravidanza perché stimola cioè le contrazioni uterine, che potrebbero compromettere il buon andamento della gravidanza. Bisogna fare attenzione anche al fucus. Alga marina ricca di iodio utile per chi vuole perdere peso, non può essere utilizzata né in gravidanza, né durante l'allattamento e l'infanzia, neppure per uso esterno, perché potrebbe interferire con la funzione tiroidea di madre e bambino. Il ginseng ha un'azione estrogenica, quindi non deve essere utilizzato né in gravidanza, né in allattamento, e neppure nei bambini e ragazzi prima dell'adolescenza. È necessario, inoltre, limitare l'utilizzo di salvia e carciofo, che inibiscono la secrezione lattea, aglio, che può conferire al latte materno un sapore e un odore poco graditi al neonato e liquirizia, per evitare aumenti della pressione arteriosa.

Al bando gli oli essenziali

Molte piante contenenti oli essenziali, come la menta, l’arancio amaro e il finocchio, sono da escludere perché troppo concentrate: si corre infatti il rischio di scatenare allergie o attivarne la predisposizione nella crescita del bambino.

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