Buone abitudini

Anche il cibo a domicilio può essere sostenibile

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Cibo a domicilio
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Tra coprifuoco e cautela, il delivery è diventata una pratica ormai familiare. Ci impone, però, una responsabilità sempre maggiore sull’impatto ambientale.

Nel 2020 a causa dei lunghi periodi di lockdown, insieme all’esigenza di evitare gli assembramenti e i contatti con le altre persone, sono moltissimi gli italiani che hanno iniziato a ordinare cibi a domicilio.
Proprio perché sempre più persone utilizzano questi servizi, è utile raccogliere alcuni spunti e buone pratiche per evitare gli sprechi e ridurre l’impatto ambientale delle nostre azioni.

Ordinare bene è il punto di partenza

Che sia fatto per telefono o attraverso un’app il momento della scelta di cosa farsi portare a casa è il primo passo per creare una consegna a domicilio sostenibile. Il rischio, sempre dietro l’angolo, è quello di ordinare troppo cibo.
Non sprecare significa anche mangiare il giusto senza cucinare o ordinare più di quello che si riesca a mangiare. Quindi, scegliamo attentamente, pensando a quanto riusciremo effettivamente a consumare. Esistono, inoltre, anche app e piattaforme che consentono di ordinare a domicilio o d’asporto gli alimenti e i piatti che resterebbero invenduti nei locali.

Biologico e ingredienti di stagione

Non è detto che tutto ciò che arriva nel piatto sia rispettoso dell’ambiente e di chi lo produce. Quindi, se ne avete la possibilità, scegliete ristoranti che utilizzano ingredienti biologici: hanno un minor peso sull’ambiente, lo rispettano, facendo lo stesso con la nostra salute e con la vita di chi produce.
Evitate anche di ordinare piatti fuori stagione: il nostro corpo ha bisogno di nutrienti specifici per ogni stagione dell’anno. Rispettando il ciclo alimentare naturale, farete del bene al vostro corpo e al pianeta.

No alle posate superflue

Molto spesso quando ordiniamo a domicilio del cibo ci vengono consegnate anche posate, bacchette e altri elementi che, se ci troviamo fuori casa, sono fondamentali per poter consumare il pasto, ma che nella propria cucina hanno tutti. Cercate di usare lo spazio note nell’ordine per non richiedere posate di plastica, bustine di olio e aceto o stoviglie aggiuntive.

Sì alla mobilità sostenibile

Anche il mezzo per consegnare il cibo può fare la differenza. La maggior parte delle piattaforme di food delivery optano per la consegna in bicicletta, almeno in città. Questa scelta già riduce le emissioni di CO2, rendendo il viaggio del cibo dal ristorante a casa nostra più sostenibile. Tuttavia, ancora in molti utilizzano motorini e automobili che sono più veloci e, in alcuni casi, l’unica opzione per poter raggiungere la destinazione.
Scegliendo piattaforme che utilizzano mezzi ecologici e rivolgendosi a ristoranti vicini a casa, si riducono i km che il fattorino deve fare per portarci il cibo e, di conseguenza, anche l’inquinamento provocato.

Evitare la plastica

C’è troppa plastica nella nostra vita. Sono molti i ristoranti che hanno adottato imballaggi che non la utilizzano. C’è sempre maggior consapevolezza circa la necessità di ridurre la quantità di rifiuti difficilmente riciclabili, come la plastica, che in alcuni casi non viene raccolta e smaltita in modo corretto. È un danno per l’ambiente, ma anche per il nostro corpo, perchè le microplastiche rischiano di finire anche nella catena alimentare.

Conservare gli avanzi in maniera corretta

Possiamo tranquillamente riporre in frigorifero o in freezer gli alimenti avanzati e utilizzarli il giorno dopo. È importante, anche in questo caso, scegliere i materiali corretti per riporre i cibi: spesso è preferibile toglierli dalle confezioni con cui sono stati consegnati a casa e riporli in contenitori di vetro o in piatti, magari coperti con pellicole ecologiche lavabili.

Per chiudere il ciclo, è importante smaltire correttamente i rifiuti

A pasto concluso è importante differenziare in maniera corretta i rifiuti.
Il cartone della pizza, infatti, va nell’indifferenziato se molto sporco, mentre se pulito nella carta. I vari contenitori per hamburger, piatti e confezioni varie in bagassa vanno nell’umido, mentre se sono in polistirolo, anche se leggermente sporchi, nella plastica.
I contenitori delle patatine fritte, invece, finiscono nell’indifferenziato.
Ciò che è in alluminio, se sporco, va gettato nell’indifferenziato, ma se pulito può essere buttato con la plastica o il vetro, in base alle normative locali.
Le vaschette per il sushi vanno nella plastica, e pulite, mentre i sacchetti grandi e piccoli in cui vengono consegnati i cibi finiscono tutti nella carta. Attenzione, però, agli scontrini, che vanno smaltiti nell’indifferenziato.
In generale, comunque, è sempre meglio sciacquare ciò che è di plastica o di alluminio per rimuovere i residui e così evitare di gettarli nell’indifferenziata.

Ogni successo è fatto di piccoli gesti

Rispettando l’ambiente, scegliendo cibi sani e seguendo i consigli di Bioimis, potete vivere più in forma e in salute.

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