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Alimenti vegetali? Attenzione al sale

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Troppo sale, grassi e zuccheri negli hamburger vegetali, falafel, salsicce a base di tofu, soia e cereali sempre più ricercati da vegetariani e vegani. 

Le vendite nei supermercati di cibi vegetali preconfezionati ha segnato in molti paesi un picco di vendite. A puntare il dito contro questi alimenti una ricerca ricerca commissionata dalla Heart Foundation e dal Dipartimento Sanità e condotta dal George Institute for Global Health di Melbourne, che ha analizzato un gran numero di prodotti alternativi alla carne.

Molti sono sono carichi di sale aggiunto

Il loro alto consumo giornaliero, quindi, potrebbero essere pericoloso per la salute ed è legato all'ipertensione. Le analisi hanno dimostrato, per esempio, che 100 grammi di bacon senza carne contenevano circa 2 grammi di sale, un terzo del consumo giornaliero raccomandato, mentre una marca di tortini di finta carne arrivava a metà del consumo raccomandato.
Il più alto contenuto medio di sale, secondo la responsabile dello studio, la nutrizionista di salute pubblica Clare Farrand, è stato misurato nel bacon senza carne, seguito dai falafel e dalle salsicce a base di tofu.

La pubblicità inganna

Spesso gli alimenti alternativi alla carne sono pubblicizzati come di base vegetale, senza glutine o vegan. Molti di questi prodotti appaiono più salutari per effetto di una buona campagna di marketing, che punta sul fatto che, quando sappiamo che qualcosa è di base vegetale o con basso contenuto di un qualche ingrediente, pensiamo automaticamente che sia più sano.
Quello, però, di cui non ci si rende conto sono i contenuti di sale, grasso o zucchero aggiunti per migliorare il gusto.
Lo studio indica che gli stili di vita vegetariani o vegani non sono necessariamente più sani, se includono alimenti lavorati. Bisogna, quindi, guardare bene la tabella informative sul retro del pacchetto, per capire davvero cosa contengono gli alimenti.

Perché assumere troppo sale fa male

Un consumo eccessivo di sale determina un aumento della pressione arteriosa, con conseguente aumento del rischio di insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione arteriosa, quali infarto del miocardio e ictus cerebrale. L’introito di sale è stato, inoltre, associato anche ad altre malattie cronico-degenerative, quali tumori dell’apparato digerente, in particolare quelli dello stomaco, osteoporosi e malattie renali.
L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un consumo massimo di 5 grammi al giorno di sale, corrispondenti a circa 2 grammi al giorno di sodio.
Considerato che la gran parte del sale che assumiamo (il 64%) proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato o è naturalmente presente in alcuni alimenti e che limitare il sale aggiunto a casa, in cucina e a tavola, sebbene fondamentale, influisce soltanto in parte (per il 36%) sui consumi quotidiani, la sfida è da un lato sensibilizzare i consumatori sulla possibilità di ridurre il consumo domestico, dall’altra promuovere presso l’industria alimentare la riduzione del contenuto di sale nei prodotti trasformati.

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